Cagliari è…

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Buona sera raggi di sole

Oggi ho deciso di parlarvi della “mia” città.

La città che mi ha accolto, in qualche modo, quando ho deciso di iniziare gli studi, e la città in cui mi piace ritornare quando vado lontano, o anche solo a qualche km. La città dove stanno molti ricordi felici e alcuni meno felici.

La città che mi ha stregata, senza che me ne rendessi conto.

Cagliari è uno di quei posti che quando li vivi pensi che non sia nulla di che, alla fine ha un sacco di magagne, e di difetti. Mancano tante cose a Cagliari.

Però è quella città che anche con un dettaglio ti tiene incatenata a se.

Qui basta guardare in alto e scorgere il cielo sopra i tetti per avere una buona ragione per restare.

Per questo ho a fatica selezionato 15 scatti per mostrarvi la città con i miei occhi.

1) Cagliari è cielo…

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2) è mare…

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3)  è restauro…

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4) è chiese…

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5) è materia…

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6)  è natura…

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7)  è memorie…

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8)  è silenzi…

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9) è panorama…

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10)  è arte…

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11)  è storia e architettura…

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12)  è recupero e riuso…

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13) è scorci…

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14)  è fossili…

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3)  è punti di vista privilegiati…

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La verità è che Cagliari è questo e molto altro ancora. Non si finisce mai di conoscerla, e ogni volta che si mette piede fuori casa, anche calcando i propri passi, si trova qualcosa di diverso, qualcosa che non si era notato prima.

Cagliari è  anche ritardi e ingorghi, è anche umidità e chiasso, è viva e in quanto tale mutevole, e a volte la si odia, altre la si ama.

Fortunatamente Cagliari è anche immobile, nel suo essere fatta di roccia per quanto friabile e tenera, e a me piace pensare che alcuni dettagli rimarranno così per molto tempo ancora.

Io intanto, per sicurezza, li fotografo ^^

Riuscite a riconoscere tutti i luoghi fotografati? Alcuni sono scontati altri forse meno 🙂

Un abbraccio

 

Maria

Capatina a Yogurtlandia

Buona sera patate duchessa, come va?

Noi qui siamo sfinite, anche perché oggi con la scusa di fare una passeggiata ci siamo fatte alcuni km a piedi. Tutto molto bello e salutare…si salutare come stanno facendo i miei piedi da quando siamo tornate…ma veniamo al motivo di questo post.

Cammina cammina siamo giunte in Via Tuveri 10, a Cagliari (ok camminare ma c’è un limite a tutto) dove alcune settimane fa ha aperto Yogurtlandia, un locale dove è possibile  farsi servire, tra le tante altre cose che fanno, principalmente del frozen yogurt.

Per chi non ne avesse mai sentito parlare, il frozen yogurt non è altro che uno yogurt congelato…cremoso e arioso, come un vero e proprio gelato ma fatto di yogurt, con i simpatici fermenti lattici vivi. Beh, magari sono addormentati…però comunque non è nè latte nè panna etc.

In America va alla grande, da decenni probabilmente, così pure come nel resto del mondo, ma qui, dove siamo abituati al gelato, non è che queste mode international attecchiscano velocemente e per tempo. Se consideriamo inoltre che in Sardegna tutto arriva con qualche anno di ritardo…è presto detto, noi due non l’avevamo mai assaggiato prima di quest’anno. Si è vero non è la prima volta che questo tipo di locale appare a Karalis, ma tant’è che noi…gnagnas, non ne avevamo mai sentito il bisogno.

La curiosità c’era eh?! Ma non sapevamo ci fossero soluzioni locali.

C’è da dire che però la prima volta in assoluto non è stata oggi, ma durante il nostro soggiorno a Praga. Il locale era carino e ci ha incuriosito, tanti pulsanti per gusti diversi, poi mettevi tu frutta e granella etc…non potevamo non provarlo. C’erano i pinguini alle pareti!

In soldoni, non è stato bello, non lo è stato affatto, lo yogurt era troppo acidino, e ci ha fatto domandare quale mente malata dovrebbe mai preferire lo yogurt, congelato, condito, a forma di simpatico ricciolo, al gelato anche solo alla panna!?. Quello delle macchinette insomma, già con quello…che sa di acqua in cui hanno dissolto male una polverina, si vince sullo yogurt. Quello bianco, acidino, quello alla vaniglia era mangiabile, quello al pistacchio era “morte e distruzione per citare gnagna_dongsaeng. Faceva schifo, e noi non ci abbiamo neppure messo granelle o salse.

Però, siamo impavide, e una seconda chance non la si nega a nessuno. (più o meno…dipende… l’ho data persino al’Iper-Pan non vedo perché non darla al frozen yogurt)

FORTUNATAMENTE aggiungerei!

Siamo entrate e il locale è carino e dai colori vivaci, il verde acido si associa al bianco delle pareti e del bancone, dove si aprono una miriade di piccole vaschette e ciotoline con coperchio, tutto bello refrigerato e al sicuro da mani inesperte. Perchè si, qui ve lo servono, non potete mettere le vostre manacce sulle aggiunte, 10 punti a Grifondoro! Ehm…a yogurtlandia…soprattutto se confrontato con quello di Praga.

In suddette vaschette magiche ci sono le salse di frutta, quella non di stagione come le fragole, e la frutta fresca a pezzetti, dalla pesca al mango, dalla banana al kiwi. Nelle ciotoline magiche sull’altro lato invece ci sono le goduriose salse a base di cioccolato, mou e dio sa cos’altro, queste suppongo siano tenute a temperatura di fusione invece *^*.

Sopra il banco frigo, se così vogliamo chiamarlo, tanti vasetti in vetro che farebbero tornare bambino chiunque, granella di nocciola, cocco, smarties, zuccherini etc quelli per le decorazioni insomma, yuppy!

Alle spalle del baldo giovine in divisa verde pistacchio la sacra macchina dello yogurt, e le sacre piastre per crepes e altre sfizioserie che testeremo per voi la prossima volta. Ah l’amore per la scienza è ciò che muove il mondo (leggi: culo).

11995539_10206814271507853_1483266793_nIl ventaglio di possibilità per aumentare il punto vita è molto vasto, ma noi abbiamo testato per voi oggi una combinazione in particolare:

Fondo di crema di cioccolato bianco, con pesche fresche, yogurt e topping di cioccolato con granella di nocciola. Cioccolato che al contatto con lo yogurt congelato si è subito solidificato per trasformarsi in un croccante scudo di dolcezza (inoltre vuoi mettere la soddisfazione di spaccarlo con la punta del cucchiaino?).

L’abbinamento cioccolato bianco e yogurt funziona alla grande, il gusto di questo bicchierino di magia, quello piccolo (si possono prendere anche il medio e il grande) era molto delicato, e a tratti intenso grazie alla presenza del cioccolato. Avvolgente come consistenza, perfetto per temperatura, e ben bilanciato nei gusti tra dolcezza e acidità.

Cracco ne andrebbe fiero!

 

Certamente però tutte le aggiunte e i condimenti potrebbero trarre in inganno, soprattutto i palati meno esperti che si fanno prendere la mano dalle cose colorate, dal cioccolato e dall’aspetto, che indubbiamente è fantastico di questi bicchierini.

Però, io, indomita guerriera dal palato delicato ho testato lo yogurt NUDO! Proprio come mamma l’ha fatto…beh non la mia mamma…

Comunque nudo, senza aggiunte, senza salse, solo io, il bicchiere e il cucchiaio…e diciamocelo, anche una certa cautela iniziale.

Che ve devo dì?  Questo è davvero buono, è delicato, non è troppo acido e non ha una consistenza strana. Non si scioglie diventando acquetta se siete lenti a mangiarlo, e non vi lascia con il grande interrogativo esistenziale :” perchè yogurt se c’è il gelato?” che tutti almeno una volta si sono posti.

Lo yogurt è indubbiamente più sano, e se sapete moderarvi con le aggiunte anche meno calorico, oltre che avere un gusto diverso dal solito.

Pertanto se siete nei paraggi, o anche se non lo siete come noi che viviamo da tutt’altra parte, fateci un salto, prendete una delle molte combinazioni possibili di gusti, e godetevi una merenda diversa dal solito. O una colazione…o un pranzo se prendete il bicchiere grande, perché davvero chi se lo mangia tanto yogurt?

Per chi fosse spaventato dalla parte “frozen” sappiate che fanno anche centrifugati, frullati, yogurt normale, crepes, waffles e soprattutto…per gli inverni più rigidi…la cioccolata calda, presto in arrivo. yuppy 2 🙂

Noi ci torneremo di certo.

Anche per oggi è tutto

un abbraccio

 

Miao

 

Diario di bordo 4

Buona sera, e ben ritrovati cari lettori…

si lo so avevo promesso avrei scritto il diario di bordo giorno per giorno, ma la missione è fallita quando venerdì siamo rientrate a casa sfinite e scaricando le foto abbiamo letto “799 file…” non ce la potevamo fare!

Per questa ragione vi scrivo oggi, ancora in pigiama, dalla mia scrivania di casa…rientrata ormai dal viaggio ma pronta ad una nuova avventura (?) chissà quando.

DAY 6: 4 Settembre 2015

La mattinata è iniziata lentamente, tant’è che siamo giunte alla nostra meta finale solamente alle 12:20. Ma procediamo con ordine. Ci siamo svegliate mediamente presto (come ogni giorno) e abbiamo valutato dove volessimo andare. Purtroppo per mia sorella ho stroncato piani più alti e interessanti per optare per il Castello di Praga. Che in teoria non è male, ma lei voleva vedere altro e di più. INGORDA!

Tant’è che volevamo assolutamente trovare un panificio, per comprarci il pane per il pranzo e magari qualche sfizioseria dato che come abbiamo detto nei precedenti diari, a Praga la pasticceria e la pasticceria salata sono di alto livello persino nei market. Abbiamo cercato su google perché a quanto pare la sorellastra non voleva prendere i dolcetti e il pane in un potraviny solito (cioè in un market dove già non eravamo state deluse prima) ma voleva un vero painificio. Risulato? Passeggiata inutilmente lunga, fino alla fermata successiva del bus/tram. Per la prima volta abbiamo preso un bus, vanno alla grande come i tram, precisi negli orari quasi al secondo, e non esiste lo sbattimento di chiamarli o doversi ricordare di premere per farli fermare.

Comunque alla fine abbiamo trovato una sorta di panificio, comprato panini e due cosettine salate, poi siamo passate per un market e abbiamo comprato del companatico per i nostri panini prima di rientrare a casa e confezionare un pranzo al sacco così composto:
– panino gouda, cotto, insalata e pomodorini
– panino gouda petto di pollo (arrosto?) e insalata
– panino gouda, salame e insalata
– patatine gusto boh e acqua

Tutto pronto siamo partite.

Stando che il nostro amato 22 arrivava fino al castello, non abbiamo dovuto fare altro che stare sul tram fino a destinazione per una misera mezz’oretta, e una volta giunte ci siamo ritrovate sul cucuzzolo della collina, con un vento che faceva raggelare il sangue. A noi…a gli altri apparentemente no, perché mentre mettevamo la giacca a vento, altri erano in pantaloncini e maglietta leggera. Mah.

DSC_1348Comunque ci siamo avviate verso l’ingresso, subito notando la sagoma della cattedrale, che come anni fa mi è sembrata quasi di cartone per come si stagliava nettamente sullo sfondo azzurro, e nuvoloso al tempo stesso, del cielo di Praga. Uno spettacolo quasi surreale che vale da solo il viaggio verso questa parte della città.

Prima ancora di addentrarci per le piazze reali, ci siamo dirette all’entrata del giardino, dato che era già ora di pranzo e il nostro stomaco cominciava già a farsi sentire…già lo aveva fatto mentre preparavamo e assaggiavamo i panini a casa poco prima…

Peccato che proprio accanto all’ingresso un cartello ci abbia attirate…in un piccolo recinto (fatto di filo verde) c’erano dei rapaci ammaestrati messi lì appositamente per fare le foto con i turisti. Con 100ck si poteva prendere in mano un rapace a scelta e farsi fare la foto con lui/lei e persino accarezzarlo. Si poteva rinunciare? No ovviamente! Andiamo quando ti capita di prendere un gufo reale in mano? e un aquila? MAI! Un falco magari, se uno si iscrive ad un corso di falconeria qui in Sardegna…ma comunque io non penso che lo farò presto (purtroppo). Non vi dico le facce disgustate/preoccupate delle persone che li vedevano lì legati. oh no poverini, in uno spazio così piccolo. E ho sentito anche italiane e italiani dire baggianate simili  quindi non ho capito male io…

SVEGLIA ACCALLONATI/E sono animali ammaestrati, sono abituati a stare “legati” così come lo sono i vostri cagnolini che portate al guinzaglio con tanta fierezza. Semplicemente questi sono rapaci! Si certo gli uccelli stanno meglio in cielo…e mazzate varie, ma ci sono moltissime ragioni per cui tali specie vengono ammaestrate, e monitorate, e stanno accanto all’uomo…e non devo certo stare qui a spiegarvele...INOLTRE questi animali erano in salute, e evidentemente molto amati. Sicuramente un’aquila con becco di 10cm buoni e apertura alare di 2m e mezzo non si fa mettere la cuffietta mentre il suo falconiere lega il laccetto con la bocca, se non fosse amata e si sentisse minacciata…lo sapete si che gli uccelli usano, becco, artigli e ali per scacciare le minacce? Provate voi a farvi dare uno schiaffo da un’aquila reale poi ne riparliamo…la funicella per cui era tenuta di certo non le avrebbe impedito di liberarsi. Il gufo reale poi…è tornata a posto da solo, senza essere legato immediatamente...tanto si sentiva “maltrattato” dal suo padrone che ha potuto più volte mettergli le dita nel becco e sul viso per farlo voltare.

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L’esperienza comunque è stata impagabile, abbiamo potuto vedere degli esemplari magnifici da vicino e persino accarezzarne il petto. Le foto che ci ha fatto la tipa sono oscene, causa soggetti brutti…ovvero io, sono uscita così brutta che ve le risparmio, quelle che ho fatto a mia sorella sono decisamente migliori ma temo le vedranno solo gli amici di facebook. Eccovene un assaggio! Alexandra era un’amabile donzella da 5.5kg potete vedere l’ammirazione, nonché lo sforzo, dipinti sul volto della povera umana.

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Finito il momento aw, abbiamo camminato per il meraviglioso parco e siamo andate a mangiare, dall’altra parte del giardino, così da assicurarci di vederlo tutto… e avvicinarci ai bagni (strano…amo spendere soldi inutilmente per pisciare). I nostri panini erano molto buoni, e inoltre abbiamo avuto l’occasione di vedere all’interno di questo “magico” giardino, una farfalla che impollinava tanti fiori alla velocità della luce (e che per fortuna sono riuscita quasi a catturare bene con la mia macchina…thank you modalità sport) e persino uno scoiattolo che sta volta ho fotografato…sfocato ma ce l’ho!

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Insomma il parco è stata un’esperienza decisamente positiva…prima che iniziasse quello che la dongsaeng ha amabilmente definito “la palla”…tant’è che le centinaia di foto le ha comunque fatte lei eh…

Abbiamo pagato il biglietto d’ingresso, MEA CULPA mi inginocchierò sui ceci per questo, scegliendo il  percorso B, non fateloscegliete quello A tutto compreso, tanto si fa in tempo e le cose davvero interessanti da vedere sono là… ma io pensavo non ci fosse tempo e così….ci siamo perse la villa che era l’unica cosa che non si poteva vedere singolarmente. Ci è totalmente sconosciuta la ragione ma mia sorella mi avrebbe volentieri ucciso per questo.

faccio un appello:

DSC_1596AAA cercasi fidanzato per sorella disposto anche a portarla a Praga per viaggio romantico e visita alla pinacoteca e alla villa lì al Castello di Praga!!!

Per evitare espressioni quali quella nella documentazione fotografica qui al lato.

 

 

La prima cosa che si vede entrando è la cattedrale, e tutti fanno la foto da sotto l’arco dove è praticamente impossibile prenderla, mentre dalla piazza poco più in là si riesce a fare la foto intera…ma chi eravamo noi per fare le diverse? ovviamente abbiamo fatto la foto come gli altri poi siamo andate oltre. Col biglietto si entra e si passano i tornelli delle attrazioni per cui  avete pagato, e in teoria ci vogliono 50 corone in più per il pass da fotografi…che io ho pagato come una perfetta idiota mentre TUTTI gli altri sicuramente no…e nessuno, dico nessuno mi ha chiesto di mostrare il pass. Dai…sono soldi buttati, e non se li meritano neppure, perchè, sinceramente? le esposizioni di ciò che abbiamo visto erano abbastanza ridicole! E comunque nei musei non si sarebbero potute fare neppure col pass… MAH.

La cattedrale sempre spettacolare, e sta volta grazie alla visita precedente la museo di Mucha abbiamo notato tra le tante vetrate quella da lui ideata…e ovviamente la differenza si nota eccome, era stupenda. Le foto dentro la chiesa sono in totale 87 dopo aver cancellato quelle uscite troppo male, ma non ve le mostrerò tutte ahaha diciamo che queste dovrebbero rendere l’idea egregiamente:

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Successivamente visitata la piazza abbiamo visto un’altra chiesa (meh) e il castelloè vuoto e in realtà se posso vi consiglierei di saltarlo se non avete tempo e volete vedere altro, perché si gira attorno ad una sala vuota, si vedono due cosettine due…e poi si esce, è vuoto, la sala del trono è triste come triste è la corona che sembra una di quelle che vendono con i pacchi per le bambine in edicola…

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p.s. quella in foto è una tipa a caso, affari suoi che era lì!

Successivamente, dopo aver amaramente scoperto che non potevamo vedere altro siamo andate verso il Vicolo D’oro, una stradina dove delle case piccole e basse sono state arredate (a suo tempo) dai proprietari e aperte per essere mostrate con arredi d’epoca in una perfetta ambientazione. Si poteva affacciarsi in alcune di esse e vedere gli arredi, mentre altre erano adibite a negozietti di oggettistica di vario tipo, soprattutto artigianato locale, tra ceramiche, gioielli e argenteria varia, e burattini. Tra le varie porte però una ospitava una scala a chiocciola da cui si accedeva alla galleria della difesa delle mura del castello. Due piani di esposizione di armi e armature, riproduzioni artigianali costruite e forgiate in base a disegni d’epoca. Ovviamente comprendenti anche alcuni elmi mai esistiti…ma pazienza…il vero problema della galleria era la totale mancanza di capacità di esporre qualsivoglia oggetto. Tutto pieno di riflessi, tutto troppo esposto alla luce sia solare che delle lampade poste in corrispondenza delle finestre… in un mix di tristezza e  oppressione. Una delusione insomma. Nonostante le opere esposte fossero davvero interessanti. Tutte le altre abitazioni erano deliziose *^* ♥

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Una volta uscite dal vicolo d’oro abbiamo visto una torre, e davanti ad essa un cartello “Museo del giocattolo” beh… la volta scorsa lo saltammo, ma sta volta siamo volute entrare, rischiava di essere la cosa più importante di tutta la giornata. E infatti, dopo scale, scale, scale, polmoni in terra, scale, abbiamo pagato il biglietto e iniziato la visita del primo piano (si fa per dire saremo state come minimo ad un 3-4 piano in quanto ad altezza). UNA MERAVIGLIA. La collezione più bella di miniature di giocattoli d’epoca mai vista prima. C’erano ambientazioni, case delle bambole, giocattoli meccanici, e persino alimentati a motore a vapore. C’erano orsacchiotti di peluche e moltissime bambole di pezza e porcellana. E infine un secondo piano interamente dedicato all’esposizione di Barbie. Ma avete mia visto tante Barbie insieme? Noi no, dalle più vecchie alle più recenti, passando per Barbie famose e riproduzioni di personaggi dei fumetti e del cinema. Davvero ogni pezzo in quel museo valeva il biglietto pagato... siamo entrate ad un’ora dalla chiusura e l’abbiamo fatta tutta spremendo fino all’ultimo secondo… uscendo da lì con i piedi a panino e gli occhi a cuoricino!

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Subito fuori una statua in bronzo (?) di un giovine virgulto ha attirato nuovamente la nostra attenzione, solo che un particolare spiccava…anzi brillava proprio. Il suo pene! Era…pulito, niente ossido, e perché? perché la gente lo tocca “porta fortuna” abbiamo sentito dire alla guida. NO, non è che siccome una persona mentalmente instabile lo tocca una volta quello automaticamente diventa un pene magico. EBBASTA con ste cazzate del palpare le statuee poi le monetine? Vogliamo parlare delle monetine? Sti stronzi di turisti le lanciano OVUNQUE vedano un buco, cioè…dentro la sala delle torture…dentro il pozzo delle torture e anche dentro la cazzo di latrina. Ragazzi, ma…sarò io però non è che se vedete un buco, un pertugio,un vano, un incavo dovete lanciare monete Innanzitutto siete rincoglioniti perché già non se le meritano…e poi non era un “vorrei tornarci?” non si esprime un cazzo di desiderio lanciando una moneta in un cesso medioevale o…dai…davvero? Il pozzo delle torture? Smettete di respirare il mio ossigeno…se fa..

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Con fatica siamo poi rientrate a casa passando per un delizioso negozietto con dentro due ragazze talentuose e carinissime le cui creazione potrete vedere qui e sulla pagina troverete il sito internet . Non vi dico di capire ma di guardare tra le foto, sono tutte cose fatte a mano, ideate e realizzate da due sorelle. Davvero oggetti di rara bellezza per quanto mi riguarda, e noi ci siamo portate via due pezzi 🙂 Una collana con un corvo e una con un petalo di iris.

Dal cinese accanto abbiamo preso anche due cosettine e poi dritte a casa a fare le larve e cenare.

DAY 6 AND 7: 5 e 6 Settembre 2015

Non c’è davvero molto da dire, per questa ragione accorpo le due giornate in una sola parola : DORMIRE, no anzi lasciate che ne usi un altro “paio”:
– poltrire
– shopping alla LIDL
– fare la muffa
– pisolino
– valigia
– cena vabbè…io no
– film
– ansia notturna e mattutina
dimenticaggio (neologismo) panini in frigo
– arrivo aeroporto in orario
– aereo
– bava
– casa  alle h 16:00 circa
– cibo in abbondanza
– morte apparente fino alle 23:30
– cena
– morte apparente fino alle 8:30 della mattina di lunedì 7 Settembre 2015.

Con questo ermetico sunto finalmente vi lasciamo…sperando che le foto (moltissime) siano state di vostro gradimento e rimandando all’album su facebook per chi ne avesse la facoltà

Buona notte

Sorelle sfighelle  are OUT

 

 

 

 

 

 

Diario di bordo 3

Buona sera vermetti gommosi,

oggi vi scrivo relativamente presto, per raccontarvi la giornata odierna…ricca di foto e di mal di piedi e palpebra calante. Infatti sarò breve!

DAY 5: 3 Settembre 2015

La giornata è iniziata temendo il freddo, e la pioggia incombente, tutta colpa del meteo che ci ha fatto terrorismo psicologico da ieri. Beh il freddo oggettivamente lo abbiamo percepito…la pioggia deve ancora arrivare. Ma noi saremo nei nostri lettucci.

Vestiteci a cipolla siamo partite alla volta di Vyšehrad, un enorme area per lo più verde, dove volevamo visitare la Basilica e il cimitero, oltre che goderci il verde appunto.

DSC_1263Siamo scese davanti ad un delizioso parchetto, per una volta senza aver alcun problema con i tram, godendoci un po’ di inaspettato sole, e di prati, sul lungo fiume. Abbiamo velocemente consultato la cartina e abbiamo deciso di fare un piccolo giretto andando prima verso nord  per poi tornare alla nostra meta originaria utilizzando i mezzi, presumibilmente il tram.

Subito una chiesa ci ha colpite e abbiamo deciso di allungare un pochino e circumnavigare l’isolato per vederla. Aveva un aspetto antico ma delle strane “guglie” (eh?) moderne/contemporanee che assomigliavano a due vele, quindi non siamo riuscite a resistere :D.  Sembrava una mission impossible all’inizio, perché vedevamo solo mura e nessun ingresso, ma facendo un giretto abbiamo deciso che almeno ci stavamo godendo un po’ il paesaggio. Lasciatevelo dire Praga è incredibile, si lo so che lo sapete tutti, ma per noi che siamo un po’ fissate con dettagli architettonici, o colori e forme particolari, ogni angolo è un pezzo di paradiso. No le zone battute e ribattute dai turisti non ci piacciono tanto, troppa gente, disordine, puzza…quelle migliori sono le strade dove passano solo i locali, dove comunque ti giri se sei vicino al centro o meno, vedrai dei palazzi riccamente decorati…anche se dentro ci sono solo semplici abitazioni o uffici…o le scuole materne.

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Seguivamo la cartina e tutto andava come nei piani, l’unica cosa negativa oggi è stata che per tutto il tempo abbiamo avuto sia freddo che caldo. La giacchina no che fa freddo, il giubbotto si ma non sotto il sole, la manica corta solo se ti senti sportiva…e alla fine eravamo ora sudate ora infreddolite. Ma vabbè sarà il tempo pazzerello, sole cocente, nuvoloni e brezza gelida.

DSC_1336Salendo salendo una salita ripida ripida , di una strada sinuosa sinuosa, ci siamo imbattute nelle mura esterne di un edificio stupendo e gigantesco che è ora adibito a hotel…mego…ma una roba esorbitante. Giusto per confermare che a Praga anche edifici “normali” hanno i tratti del grandioso.

Guardate gnagna_dongsaeng com’è nana rispetto alla zoccolatura inferiore del muro!

Proprio davanti al mastodonte abbiamo notato però una porticina. YE l’ingresso per la chiesa, eravamo proprio alle sue spalle, e solo entrando abbiamo notato trattarsi di un… convento? Qualcosa del genere.

Sta di fatto che pagato il biglietto ci siamo ritrovate all’interno di una di quelle chiese con annessi ambienti di vario tipo, tra cui cucina e refettorio e altri di servizio, tutti affacciati su un corridoio che circondava un piccolo chiostro fiorito.

Il chiostro era molto bello, e mi ha ricordato vagamente quello di San Domenico a Cagliari. Sono tutti simili i chiostri direte voi…è vero, soprattutto quelli coperti con volte a crociera, ma era più che altro una questione di feeling… Giunte alla porta laterale della chiesta siamo entrate in un ambiente enorme e completamente vuoto fatto salvo gli arredi…pochi. Ah che meraviglia, una chiesta gotica tutta per noi, in silenzio, senza teste in mezzo alle foto, senza aver paura di commentare tutto! Una vera meraviglia che è di certo valsa la piccola deviazione.

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Ripreso il cammino alla volta del parco di Carlo, abbiamo finalmente trovato la larga strada che proseguiva verso il fiume e al cui incrocio sta la famosa Casa Danzante. E che, vai a Praga e non fai neppure una foto a sto palazzo dem…particolare? Per forza dovevamo fermarci anche noi a fare qualche scatto. Peccato che tutt’attorno tra i palazzi che si affacciavano sul fiume…lui, quello danzante, era proprio il palazzo meno interessante del circondario. Si certo una maestria dimostrata nella lavorazione dei materiali e nell’incontro di linee sinuose…ma l’art déco ragazzi, l’art déco è davvero impossibile da battere. Chiudi gli occhi per un istante e quando li riapri c’è un dettaglio che poco prima ti era sfuggito. Però noi l’abbiamo fatta sta benedetta foto e ora ve la beccate!

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Finalmente, adempiuto al nostro dovere di brave turiste (in quell’isola di traffico c’era una quantità decisamente ridicola di persone che si facevano le foto con sfondo bottiglia accartocciata) abbiamo mosso i nostri passi verso la fermata del tram...destinazione fermata del tram da cui eravamo partite…quella più vicina al parco di Vyšehrad, o almeno così pensavamo. Beh vicine eravamo vicine…in linea d’aria, ma un muraglione separava i nostri corpicini infinitamente piccoli, da ciò che volevamo visitare.

DSC_1447Abbiamo rischiato di perderci, infilandoci in un giardinetto e seguendo le viuzze all’interno, alla disperata ricerca di un fantomatico ingresso secondario al parco… sembrava esserci, doveva esserci! Poco importava se quella stradina sembrava un vicolo cieco e quel buco là in fondo sembrava un covo per drogati.

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Pur tuttavia spinte dal coraggio, e dal fatto che da vicino le gallerie erano molto più luminose di quanto sembrasse, e soprattutto molto più corte, ci siamo addentrate. Certamente ad aiutarci ulteriormente è stata la presenza estemporanea di altri avventori del parco incontrati pochissimi metri più a vanti, tra cui bambini in gita e mamme con passeggino. Bene…siamo salve, è un luogo per bambini.

DSC_1459A questo punto la macchina fotografica era stata lasciata in consegna alla piccola gnagna, che come vedete ama la foto un po’ sfumè…è arte voi non capite! In ogni caso la priorità massima era la ricerca del bagno, così abbiamo seguito le indicazioni. Poco sapevamo che in svariati ettari di parchi e parchetti, pieno di edifici e ristoranti ci fosse SOLO UN BAGNO, e che il suddetto fosse proprio all’ingresso. Dov’eravamo noi? sul retro…ovviamente. Quindi ce lo siamo attraversato tutto quasi di corsa per trovare i cessi…che non erano a pagamento ma c’era la tipa che raccoglieva le offerte. Insomma… era a pagamento, come molti bagni qui…

Almeno avevamo trovato la basilica, e così subito dopo il wc abbiamo potuto visitarla. Una bellezza! Una piccola chiesa in realtà, ma insignita in passato del titolo papale di basilica minor. DSC_1478 DSC_1479 DSC_1488

La decorazione interna urlava horror vacui da ogni angolo, eppure lo faceva con elegante sobrietà. Era ricoperta di affreschi dalla base delle colonne e pilastri a fascio alle vele delle volte a crociera, eppure non si aveva una sensazione di pesantezza, era tutto misurato, tutto elegante, e delicato. Gli angeli tutti dalle fattezze femminili sembravano opere di Mucha, o almeno così lui le avrebbe vestite, e nel trionfo dell’art nouveau siamo rimaste con i nasi all’insù per svariati minuti!

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Subito accanto alla chiesa un piccolo cimitero ricco di opere davvero notevoli, che valeva decisamente la pena di vedere. Molto bello il porticato che correva per due dei suoi lati, proteggendo alcune sepolture con opere maggiori. Il numero di foto fatte oggi è imbarazzante, e la selezione è stata ardua >w<

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DSC_1571Finalmente  si era fatta ora di pranzo e dopo un piccolo panino ci siamo rilassate un po’ tra statue di grosse dimensioni e un numero impressionante di mamme con passeggino.

Oh ma qui vanno sempre in coppia…

che ci sia un club delle donne incinte? Possibile che ste donne facciano figli in compagnia di amiche e parenti? Tutte giovani e tutte sempre con un’altra mamma al seguito. Mah…

Comunque tra tutte, questa statua con una giovane ragazza mi ha colpito particolarmente, la struttura dell’anca e la plasticità della posa mi hanno portato a farle una foto da vicino,e continuo a trovare che sia tra tutte una delle migliori di oggi 🙂

Poco dopo ci siamo allontanate alla ricerca di un prato dove stenderci un po’, non notando che in pratica ci siamo dovute fare un giro enorme e siamo finite da tutt’altra parte….parte tra l’altro che non aveva una cacchio di uscita!

RISULTATO?

Si ci siamo perse…cioè, vedevamo la strada in basso ma il dedalo di stradine e viuzze subito fuori le mura del parco ci ha letteralmente fatte impazzire, tra salire e discese, scale e spazi angusti, cominciavamo a perdere le speranze, valutando l’idea di lasciarci ruzzolare giù dal pendio con la speranza che un albero ci avrebbe fermate prima di incontrare l’asfalto e i binari del tram.

Avevamo una missione però! Oggi, a tutti i costi dovevamo riuscire a vedere anche La Galleria Nazionale in cui è  custodita la Slav Epic, epopea Boema in 20 grandiose tele di Mucha, e il Lapidarium, dove sono conservati i resti di molte decorazioni e costruzioni della città, nonché le meravigliose statue originali (ciò che ne resta) del Ponte Carlo, sul quale ora tutti impazziscono per le copie…probabilmente neppure sapendolo. Che poi, vabbè…copia o no, non è certo questo l’importante.

Diciamo che oggi è stata la giornata dei giganti, un parco gigante con statue decisamente oltre la dimensione reale, e ora le foto mostreranno…due esposizioni tra le più grandi (in fatto di dimensione e di emozioni provate) che abbia mai visto dentro uno spazio espositivo chiuso. Battute solo dai Budda che vidi quando visitai Seoul e il suo museo nazionale…quelle si che erano mastodontiche! No il Louvre non conta, perchè la sensazione è diversa…lì il palazzo fa molto e le opere hanno dimensioni svariate 🙂

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Un’esposizione fatta con le palle, meravigliosa, illuminazione adatta a godere appieno delle enormi tele realizzate dalla squisita mano di Mucha, che ha lavorato su esse fino a pochi giorni prima di morire. La storia della Rep. Ceca raccontata in modo delicato e forte allo stesso tempo, con soggetti che sembrano quasi fluttuare su sfondo ricchissimi di particolari. Come in ogni sua opera i modelli avevano esattamente la posa che lui aveva pensato, e i personaggi  sono fortemente caratterizzati al punto di rapire il visitatore, con quegli occhi che sembrano quasi trapassarti e portarti ad entrare nel quadro . Solo alcuni soggetti ben precisi guardavano in camera, ed era impressionate notarli tra la folla.

La sala espositiva era davvero enorme, e spoglia, solo le opere parlavano, e l’unico altro suono era quello dell’acqua dei numerosi deumidificatori e quello dell’otturatore della mia macchina fotografica. Ci avrei passato forse delle ore, ma purtroppo cominciavamo ad assomigliare più a zombie che a turiste… zombie estremamente ammirate s’intenda! Questa esposizione è valsa di certo l’intero prezzo del biglietto che mi pare fosse di 180ck per me…

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L’ultima tappa è stato il Lapidarium… gestito da delle simpatiche vecchine che ci hanno fornito anche il foglio con le spiegazioni in italiano prima di lasciarci visitare in pace e solitudine le poche ma decisamente ampie e ricche sale. Certo una ci seguiva per accertarsi che non facessimo danni…ma in modo discreto e mai fastidioso… devono aver avuto a che fare con turisti cani…non mi sorprenderebbe…

Commento veloce? Uno spettacolo, ogni pezzo di pietra, e di storia là dentro vale il tempo trascorso a guardarlo e anche di più. La sensazione avuta davanti ai quadri di Mucha è però stata sostituita da una leggera angoscia mista ad ammirazione, perché davvero…quando le statue sono così imponenti eppure così naturali nelle pose, e non troppo distanti dalla dimensione reale, la sensazione che si ha è che possano muoversi da un momento all’altro… e una sala piena di personaggi vi fa sentire piccoli ed insignificanti, facendo scorrere quel leggero brivido giù per la schiena. Non posso certo metterle tutte qui…ma ne ho fatte 67 all’interno e saranno state si e no 5 sale XD

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Tornate a casa ci siamo sfondate di patatine al ketchup e al formaggio, due pan au chocolat, e uno sfilatino al formaggio (dovevamo rifocillarci ok?)…e poi verso le 22 una pasta al “merluzzo”(?) e porri delicatissima, che però abbiamo dovuto far entrare a forza…perché avevamo già scongelato il pesce e le porcherie prima non erano state messe in conto.

Bene…avevo detto che mi sarei spicciata oggi col diario di bordo , e invece ci ho messo un sacco anche oggi.

Scusate ma abbiamo visto delle cose belle e volevo condividerle con voi…un po’ portarvi in viaggio e farvi vivere un’esperienza virtuale con le mie foto.

Spero questo diario di bordo, insieme agli altri, sia interessante per qualcuno, o almeno vi faccia sorridere 🙂

un abbraccio

Maria :3

 

p.s se ci sono strafalcioni è perché son stanca morta e come al solito la sorella monella ci ha abbandonati da un bè ….ronfa alla grande mentre io sto qui a ghiacciarmi il culo sulla sedia.

p.p.s. le foto sono mie, il fatto che non siano firmate non significa che potete usarle a piacimento…

Diario di bordo 2

Buonasera cari ascoltatori…

oggi in via del tutto eccezionale è  gnagna dongsaeng che vi parla…

Day 4: 2 Settembre 2015

La giornata è iniziata molto più tardi delle precedenti con l’ennesimo tentativo di decidere l’itinerario e gli ultimi strascichi del lavaggio biancheria.

Dopo lunghe discussioni e ripensamenti abbiamo optato per una seconda visitina alla lidl per cercare l’acqua che i crudeli occhi a mandorla di ieri ci hanno venduto per (ora lo sappiamo) il doppio del prezzo.

Stando che il biglietto tram/metro/bus era quasi scaduto ci siamo lanciate alla ricerca di una fermata di metropolitana dove potessimo acquistarne un altro…perché 1 eravamo senza monetine, 2 eravamo senza soldi in generale e 3 tanto comunque alla nostra fermata la biglietteria automatica non c’è (uno dei pochi luoghi sfigati che ne è sprovvisto).

Dopo un’interminabile fila allo sportello che nei giorni passati era stato deserto(ma inizio mese e inizio lezioni,insieme,significa ovunque corsa all’abbonamento) abbiamo conquistato i tanto agognati foglietti arancioni, al che scatta nel mio cervellino la molla della follia e, dimenticando di aver lasciato la cartina ancora a dormire placida sul letto,arriva la proposta “E se prendessimo la metro e poi il 7?”.

20150902_112324Tutto bene se non fosse che la deliziosa e alquanto strana fermata della metro fuori terra era piazzata in un dedalo di sotto e sovrappassaggi,ponti e cavalcavia e che non avendo una mappa non sapessi affatto da dove passare…e io non mi perdo…mai…(non sono una di quelle persone che amano “perdersi” nelle città e provare il brivido dell’ignoto…ti co…)…fortunatamente la previdenza e la tecnologia sono corse in mio aiuto e dopo qualche secondo di crisi il cervellino (che ricordiamo essere uscito fuori sede qualche minuto prima) ha fatto nuovamente click tornando al suo posto ricordandosi che ,per ogni evenienza, avevo salvato la mappa sul telefono prima di partire.

20150902_114327Ok…stiamo andando esattamente nella direzione opposta…niente panico…il tuo biglietto scade solo  in…merda…mancano 5 minuti e siamo da tutt’altra parte..va bene…proviamoci, lungo il tragitto alla ricerca della fermata perduta abbiamo incontrato una scuola, una di quelle grandi,ma proprio grandi, i cui discenti  presumibilmente vanno dalle materne alle medie, la scuola è costeggiata da una lunga scalinata (che per i cagliaresi ricorderà quella di Via Trentino) 20150902_114450che finalmente ci ha condotto alla strada principale “EUREKA!” quelli sono dei binari…e questo è il mio biglietto…ed è scaduto…e mi sa che andiamo a piedi…

Ma non tutti i mali vengono per nuocere e la passeggiata che ci separava dalla cara e vecchia lidl si è dimostrata più piacevole del previsto, ad iniziare da quella che presumibilmente è stata ai suoi tempi una fabbrica, date la due grosse ciminiere, e che ora ho scoperto essere un set per appassionati di paintball ;per proseguire con tutta una serie di palazzetti deliziosi e un tenerissimo COLPO APOPLETTICO quando una sirena fortissima ha iniziato a suonare segnando il mezzogiorno, e il perché temo ci sarà per sempre ignoto, e finire in bellezza con una panetteria che, Dio la salvi, avrei svaligiato volentieri.

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20150902_121958Della LIDL c’è poco da dire se non che abbiamo comprato tre chili di “pani” tra cui una delle cose più disgustose che abbia assaggiato in vita mia [(pasta sfoglia ripiena di miele? e semi di papavero? a detta del traduttore di google) maledetti].

E oggi, inspiegabilmente, abbiamo scoperto che qui, all’interno della LIDL, proprio accanto ad uno dei frigoriferi dove abbiamo passato la maggior parte del tempo, si trova un avveniristico portale, magico. Così magico che se tu da bravo cittadino, pulito, e civile, porti il vuoto a rendere (espressione che in Italia ha assunto oramai un certo sapore di obsolescenza e amarezza) loro, ti danno indietro un piccolo pezzo di carta, uno scontrino insomma, con l’importo dovutoti una volta raggiunta la cassa. Parliamo di bottiglie singole a 3ck l’una, dalle acque gassate alle birre, fino ad un totale 100ck per ogni cassetta di plastica da birra riconsegnata.

Aveva ragione quel signore italiano di mezza età, che abbiamo incontrato per caso nella stazione della Metro ieri…qui sono civilizzati, mica come in Italia.

Ma si, che poi per essere sinceri sono cortesi come un calcio nei denti, e odorano di morte ascellare…però almeno sanno fare la raccolta differenziata.

DSC_1144Tornate a casa avevamo bisogno di un pranzo veloce da preparare e leggero…quindi abbiamo optato per il POLLO COI PEPERONI, che è un balsamo per lo stomaco provato dai tanti assaggi di cose improbabili a cui un viaggio in terra straniera costringe.

Peccato che gnagna_onni i peperoni non è che li digerisca proprio bene bene bene….

 

Dopo i due anni spesi a cucinare eravamo già abbondantemente in ritardo sulla tabella di marcia, ma questo non ha spaventato le indomite donzelle che siamo e abbiamo trascorso ancora un’oretta appollaiate sulle sedie a guardare niente popò di meno che Hercules...della Disney…sì…il cartone animato che ho visto l’ultima volta prima che mi cadessero gli incisivi e che ora mi ha comunque quasi commosso; e abbiamo pure cantato, senza sapere tutte le parole, le canzoncine, che a vederci ci avrebbero internato.

DSC_1159Finalmente, combattendo l’ovvia sonnolenza postprandiale che un sì lauto pasto lascia dietro di sé con un caffettino bevuto trattenendo il fiato, manco fosse medicina; siamo uscite alla volta del museo di Mucha (che finalmente sappiamo come si pronuncia, non già come muchacha ma come mucca…senza una c…detto da un fiorentino), dove in teoria un giro dura mezz’oretta, per poi riemergerne (senza foto perché i maledetti le vietano) alle sei passate [per i rants sull’allestimento cagoso rimandiamo ad un altro momento], cioè all’orario di chiusura di tutti i musei, e dire che in teoria volevamo visitarne tre stasera…FAIL!

Oh comunque ragazzi...Mucha era un figo, e le sue mani dovevano essere d’oro perché a vederle da vicino certe cose…non si riesce a spiegarsele. Inoltre lui non è stato solo ciò che siamo abituati a vedere…è stato anche finissimo designer, e i suoi arredi così come i suoi gioielli e le sue banconote e medaglie dovevano essere spettacolari!

DSC_1162DSC_1176Essendo ormai tardi abbiamo quindi rivisto i piani e optato per un più pratico giro in centro con nell’ordine:

– orda di coreani

negozio koh-i-noor in cui abbiamo sbavato su gli articoli che farebbero girare la testa a qualunque disegnatore dal bimbo che va all’asilo al pittore famoso

– la Casa Municipale di Praga che con i suoi mille volti che è una meraviglia assoluta

– i “manicotti di boemia” e la loro deliziosa e tiepida cannellositudine

– il centro commerciale Palladium, semplicemente troppo grande per noi comuni mortali

– un ritorno rapido, il più possibile verso il calore dei nostri lettucci

cena a puntate e accensione di stufetta elettrica annessa ( tanto la bolletta la paga Mr. Ascell qui)

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Un’altra giornata è giunta al termine…e i nostri propositi di andare a letto presto sono andati a farsi f…

Quindi vi auguriamo la buona notte

gnagna D

 

Diario di bordo 1

Salve,

vi scrivo da Praga, e ho deciso di raccontare passo passo (e ho già fallito) la mia vacanza in Repubblica Ceca, nulla di eclatante, voglio davvero rilassarmi un po’, non ho voglia di rincorrere la visita di tutti luoghi, giusto visitare qualche posto che non visitammo la prima volta. Quindi si le foto non saranno interessanti…ma vabbè.

Oggi il post racconterà 3 giorni ma cercheremo di scrivere il diario di bordo giornalmente anche per avere meno lavoro da fare >w<

DAY 1: 30 Agosto 2015

Il viaggio in aereo è andato bene, ero drogata, per non soffrire il volo, e sono riuscita a dormire tutto il tempo. Ma è iniziato con una cogliona maleducata che siccome loro erano 4 ed erano una famiglia mi ha chiesto di spostarmi dal posto che avevo specificatamente chiesto, e al mio tentare di spiegarle perché no, ha pensato bene di rispondermi “whatever” con il mio non tanto muto mandarla a cagare perché se volevano stare vicini si sarebbero prenotati i posti e soprattutto il loro problema non vale assolutamente più del mio. Capirai perché papi doveva stare accanto alla bambina per tutto il volo? Anche sticazzi!

20150830_174851Comunque, giunta in aeroporto ho trovato degli enormi…cosi che mi hanno fatto subito pensare alle mie gatte. Tho dei tiragraffi giganti,Sofia li adorerebbe.

Erano dei figurini di uomini nudi in tanti colori diversi, in posizione plastica da eroe greco.

Brutti come pochi.

Ma certamente tutto questo tamburato avrebbe giovato alle unghiette della Miss Miller *3*

In ogni caso ritiro bagagli…valigia umida, ma non di roba mia (non avevo una mazza solo vestiti e pure pochi) ma nulla di rovinato. Maledetti idioti che non sanno fare le valige e mettono liquidi…yu-hu le valige le lanciano, lo abbiamo visto proprio quando l’aereo si è fermato, non hanno neppure un minimo di cura….quindi mettete roba che non si rompe e vomiti sulla mia valigia...se fa.

20150830_194908Comunque la sorella mi ha recuperata all’aeroporto e abbiamo raggiunto la stazione centrale, e poi tramite metro C abbiamo raggiunto un altro punto da dove avremmo poi preso il 22. Nel mentre siamo entrate da KFC per prendere la cena…“pagu bessidasa” come siamo la miss ha ordinato  l’XL bucket…con salse e patatine. Che se non sapete cosa sia è un fottìo di pollo fritto piccante, cosce, ali e petto, impanate in chissà poi cosa e fritte in abbondante olio di motore.

Sapore? Fantastico, resistenza? buona.

Digestione? 1l di coca cola zero, almeno

Le patatine mosce e tristi, e poi da li avremmo dovuto capire che era per 4…c’erano 4 bustine…ma vabbè.

In tutto ciò ho a mala pena visto la casa…casa, un monolocale con cucinino (se vogliamo chiamarlo così) in ingresso…o andito (la porta di ingresso apre sul mobile) e bagno. La camera spaziosa, un armadio sbilenco, i letti pure, il pavimento vabbè, ma sembrava avere tutto ciò di cui avevamo bisogno. Un letto, a testa, una piastra per cucinare (vogliamo risparmiare e mangiare anche cose normali) e una lavatrice. Bello no?

Si beh… almeno così pensavamo…

DAY 2: 31 Agosto 2015

DSC_1142Il risveglio non è stato dei migliori, eravamo praticamente sveglie all’alba, ma non ci preoccupava la cosa, volevamo passare la mattinata in relax e dedicarci a lavare dei vestiti e a fare la spesa. Sui letti strani abbiamo dormito inspiegabilmente bene, solo un problema sembrava già affliggerci...la “coperta”, trapunta, o piumino, è corta, cioè a mala pena copre i piedi e le spalle (e voglio dire noi sardi siamo famosi per essere bassi!), bisogna stare accovacciati per tenere i ditini al calduccio, e qui non fa freddo, ma io dormo meglio se sono coperta.A vederla così non sembra neppure un posto brutto… ma l’altra metà della stanza era quella di mia sorella, non vi dico cosa c’era in terra e attorno al letto. Sembra decente ma ha un sacco di magagne. Ma a noi andava bene, non abbiamo voluto spendere tanto quindi ok, era almeno “pulito”  e si riusciva a dormire, e l’internets funziona benissimo.

Poco sapevamo che praticamente  a funzionare erano solo internet, il microonde e il bollitore (mamma mia cosa c’era dentro).

DSC_1146Di prima mattina la colazione dei campioni!

Una bella tazza di tisana pera, limone e miele (eh?), alcuni resti di pollo fritto, e una fettina di torta..ci sta. Poco dopo hanno seguito delle deliziose patatine alla pizza. Volevamo tenerci leggere, sapete.

 

Siamo poi uscite a fare la spesa, accanto all’appartamento c’è un bel parco, collegato come quasi sempre qui ad una vigna.

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E abbiamo persino visto uno scoiattolo *^* bello e così tenerino correva con una ghianda in bocca ♥
Non potevamo camminare tanto perché la povera gnagna dongsaeng aveva e ha una specie di tendinite in corso, quindi il suo piede destro era praticamente fuori uso. Ecco perché la mattina doveva essere dedicata giusto alla spesa e al relax.

La spesa dove? Alla LIDL, ovviamente!

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Cose nuove e cose quasi standard, molti tipi di pane e anche dolcetti, tantissimi prodotti in formato un po’…gigante rispetto al nostro solito, un infinità di wafer e cioccolati e barrette energetiche, molte torte ecc. Birra, una selezione consistente, verdura e frutta quasi normale, oggettistica che ci ha portato a comprare due outfit (pantaloni comodi, e felpina, e un completo “da casa” pantalone, canotta e giacchina, ye) abbiamo fatto una spesa esorbitante e siamo andate con fatica a casa. Tanto potevamo cucinare, quindi meglio spendere poco e preparare da noi i pasti, no?

ILLUSE!

Tornate a casa sono iniziate le laceranti delusioni, e si è presto palesata l’ombra del “starete in casa anche sta sera muahahah”.

Le piastre infatti non funzionavano, a mala pena abbiamo reidratato degli spaghetti che più brutti e cattivi di così forse li avevo mangiati solo in mensa in Inghilterra… mosci, collosi, e al dente. Il burro era decente fortunatamente e il grana pure. Erano giusti di sale poi! Come secondo alette…ancora…poi finite e l’avanzo è stato buttato. Quando è troppo è troppo!

Altra delusione…la lavatrice *SIGH*, l’abbiamo pulita come se non ci fosse un domani, provata e riprovata…NULLA. Il foglio che parlava della lavanderia più vicina, e che abbiamo trovato sopra al nostro arrivo, avrebbe dovuto insospettirci, ma speravamo che fosse solo un atto di carineria, per risparmiarci lo sbatti di lavare e stendere. BALLE!! IL MALETTO OSPITE PRECEDENTE HA SFONDATO LA LAVATRICE, e presumibilmente SVAMPATO il forno/fornelli. Che gente demmerda.

Tant’è che le povere sorelle sfighelle avevano una busta di vestiti lerci, che la sorella sfighella più giovane aveva appositamente lasciato “tanto me lo lavo quando arrivo a Praga” (seh sto cazzo…e se poi te ne penti? e infatti…).

Abbiamo contattato il padrone di casa che con prontezza ha portato al sua persona (e il suo eau the ascell pestilenziale) all’interno dell’appartamento giusto per informarci che era molto dispiaciuto ma la lavatrice era rotta. Ma va? E i fornelli dopo averli testati, e aver verificato che raggiungevano a stento la temperatura per il tè verde (che per gli intenditori è 75-80°C) ha promesso di sostituirli in giornata..magari la sera. Chiedendoci anche, se avessimo intenzione di cucinare la sera stessa… beh sai com’è mi sono fatta la spesa, vedi tu. Sorridendo mestamente ha promesso di venire per le 20 circa… ok, tanto non potevamo andare da nessuna parte senza piede e senza vestiti….

DSC_1177Al chè il problema lavatrice si è ripresentato quando si è proposto di portare lui i nostri vestiti in lavanderia…facendoci uno sconto (che poi sono tre cazzo si euro capirai) poi la proposta si è precipitosamente evoluta verso il “ve lo lavo a casa mia” (AAAAAAaaaaaah)

Al mio disperato fare spallucce, ha pensato bene di  salutarci convinto di aver risolto il caso. Subito i problemi sono stati due. Uno nell’immediato è stato “perchè gli hai detto di si? Io le mie mutande a questo qui non le do”. Il secondo problema è stato che evidentemente entrando, l’ominide muschiato aveva gettato l’ancora, e i suoi 7g (fai anche 10 và) di anima aleggiavano ancora nel nostro cucinino. Urgeva Air Wick, che è stato spruzzato generosamente negli spazi abitativi. Respirare pareva un optional.

In ogni caso cosa fare per risolvere il problema n°1? Nulla, lavare i panni a mano e lasciare a lui solo jeans e roba scura di scarso valore sentimentale…di certo non gli asciugamani poi (pu). Quindi armata di pazienza e forza fisica mi sono curvata nella vasca da bagno (almeno) e ho lavato una per una le calze, le mutande, le magliette, i reggipoppe e pure il telo da bagno…. eccerto la povera minion qui ha anche un polso fuori uso, quindi al massimo poteva risciacquare due cose e via, e anche senza strizzarle bene…

DSC_1178Avete mai visto il film “Il Bisbetico Domato?”, conoscete la canzone della pigiatura? Ecco diciamo che quello è ciò che ho dovuto fare in vasca per riuscire a lavare le cose più grandi. La documentazione fotografica è consistente ma davvero di dubbio gusto, e non me la sento di condividerla se non con gli amici di facebook. Nelle ore che ci separavano dall’arrivo di puzzaman dovevo lavare tutto, quindi uscire non se ne parlava, ma mi era passata tutta la voglia.

Comunque tutto è bene ciò che finisce bene, ci ha portato i fornelli funzionanti (sporchi ma vabbè) e ha portato via una busta di roba e l’ha riportata lavata e profumata (deus gratia) dopo cena. Cena a base di Noodles ai broccoli e ai funghi e spezzatino di maiale cotto sulle nostre nuove (si fa per dire) piastre che raggiungono e superano i 100°C permettendo di bollire l’acqua e persino cuocere della carne…che culo. Una cosa c’è da dire comunque, l’acqua è cara (non tanto alla LIDL) ma il pane qui è ottimo, e lo sono pure i noodles. Non sono asiatici, non tutti, è tipo un piatto loro…e io ne farei una scorta per casa *^*

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DSC_1211Un’altra cosa fantastica è che è possibile comprare la verdura in vaso…la vendono col vaso, è piantata, quindi la cogli tu a casa tua ed è freschissima °O° Buona… ah si le foto testimoniano la totale assenza di tovaglie, realizzate con due stracci per lavare in terra comprati la mattina *risigh*

Tra i vari prodotti da noi testati c’è stata inoltre una bevanda che a quanto pare  è tradizionale e, a detta di wikipedia una diretta concorrente della Coca Cola qui…ma de chè? Si chiama Kofola, un nome strano almeno quanto il gusto, un mix tra una cola sgasata, una limonata, una root beer e chissà che altro. Molto aromatica, fresca, non troppo dolce, frizzante al punto giusto. Diciamo che ci è piaciuta 🙂

DAY 3: 1 Settembre 2015

Sveglie all’alba, fame allucinante… iniziava male la giornata. Per tenermi leggera ho bevuto del latte macchiato…che poi ho rivisto poco dopo, risultato in una mattinata di merda, all’insegna della nausea e del malumore. Unico punto positivo è stato un bagno “caldo” che mi sono concessa dopo aver lavato bene la vasca… che però non mi ha rilassato…anzi.
Uscite per andare a visitare la nostra prima meta…ci siamo prima fermate in farmacia, trovando finalmente una semi soluzione al problema tendinite che si è alleviato molto durante la giornata.

tappa mattutina? Cimitero monumentale! Non poteva che essere così, a noi i posti troppo main stream ci scocciano!

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Tornate a casa per pranzo dopo essere entrate brevemente in un mega supermercato alla fermata Flora della metro, abbiamo consumato un pasto frugale, a base di riso in bianco e prosciutto cotto, e pane. Il mio stomaco mi stava chiedendo perché stessi mangiando in generale…ma vabbè.

Al pomeriggio invece, alzandoci a mala pena dal letto dove ci eravamo adagiate per cercare cosa andare a vedere, siamo partite alla volta del centro città. Era infatti troppo tardi per organizzare una visita ad un museo perchè qui chiudono tutti alle 18:00 e tra uscire, arrivarci e  visitarlo non ce l’avremmo fatta.

Preso il tram senza alcun problema (puntuali, puliti e veloci), e abbiamo fatto una passeggiatina…ma è andate bene così, niente stress, qualche souvenir per noi stesse, qualche foto d’effetto al ponte…Perché non si può venire a Praga e non vedere il Ponte Carlo…giusto? Quindi eccole qui… alcune fotine della passeggiata pomeridiana/serale

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DSC_1455E infine nonostante tutto, mentre iniziava a piovere, abbiamo comprato un dolcetto, che si è poi rivelato essere quasi la nostra cena, più giusto un panino e del salmone… nessuna di noi aveva tanta voglia di mangiare, e ora mentre vi scrivo la traditrice già dorme, e io i pigiama a stento tengo le palpebre aperte.

Quindi dopo questa tragedia in atti, vi lascio sperando domani di avere qualcosa di più entusiasmante da condividere.

Le altre foto che ho fatto saranno sul mio profilo facebook per gli amici e i parenti, e quella sfilza di perfetti sconosciuti e presunti tali, che mi hanno aggiunto e che ancora non scovo per cancellare definitivamente.

Da Praga è tutto,

gnagnas sisters

a voi studio!