Buona sera vermetti gommosi,
oggi vi scrivo relativamente presto, per raccontarvi la giornata odierna…ricca di foto e di mal di piedi e palpebra calante. Infatti sarò breve!
DAY 5: 3 Settembre 2015
La giornata è iniziata temendo il freddo, e la pioggia incombente, tutta colpa del meteo che ci ha fatto terrorismo psicologico da ieri. Beh il freddo oggettivamente lo abbiamo percepito…la pioggia deve ancora arrivare. Ma noi saremo nei nostri lettucci.
Vestiteci a cipolla siamo partite alla volta di Vyšehrad, un enorme area per lo più verde, dove volevamo visitare la Basilica e il cimitero, oltre che goderci il verde appunto.
Siamo scese davanti ad un delizioso parchetto, per una volta senza aver alcun problema con i tram, godendoci un po’ di inaspettato sole, e di prati, sul lungo fiume. Abbiamo velocemente consultato la cartina e abbiamo deciso di fare un piccolo giretto andando prima verso nord per poi tornare alla nostra meta originaria utilizzando i mezzi, presumibilmente il tram.
Subito una chiesa ci ha colpite e abbiamo deciso di allungare un pochino e circumnavigare l’isolato per vederla. Aveva un aspetto antico ma delle strane “guglie” (eh?) moderne/contemporanee che assomigliavano a due vele, quindi non siamo riuscite a resistere :D. Sembrava una mission impossible all’inizio, perché vedevamo solo mura e nessun ingresso, ma facendo un giretto abbiamo deciso che almeno ci stavamo godendo un po’ il paesaggio. Lasciatevelo dire Praga è incredibile, si lo so che lo sapete tutti, ma per noi che siamo un po’ fissate con dettagli architettonici, o colori e forme particolari, ogni angolo è un pezzo di paradiso. No le zone battute e ribattute dai turisti non ci piacciono tanto, troppa gente, disordine, puzza…quelle migliori sono le strade dove passano solo i locali, dove comunque ti giri se sei vicino al centro o meno, vedrai dei palazzi riccamente decorati…anche se dentro ci sono solo semplici abitazioni o uffici…o le scuole materne.
Seguivamo la cartina e tutto andava come nei piani, l’unica cosa negativa oggi è stata che per tutto il tempo abbiamo avuto sia freddo che caldo. La giacchina no che fa freddo, il giubbotto si ma non sotto il sole, la manica corta solo se ti senti sportiva…e alla fine eravamo ora sudate ora infreddolite. Ma vabbè sarà il tempo pazzerello, sole cocente, nuvoloni e brezza gelida.
Salendo salendo una salita ripida ripida , di una strada sinuosa sinuosa, ci siamo imbattute nelle mura esterne di un edificio stupendo e gigantesco che è ora adibito a hotel…mego…ma una roba esorbitante. Giusto per confermare che a Praga anche edifici “normali” hanno i tratti del grandioso.
Guardate gnagna_dongsaeng com’è nana rispetto alla zoccolatura inferiore del muro!
Proprio davanti al mastodonte abbiamo notato però una porticina. YE l’ingresso per la chiesa, eravamo proprio alle sue spalle, e solo entrando abbiamo notato trattarsi di un… convento? Qualcosa del genere.
Sta di fatto che pagato il biglietto ci siamo ritrovate all’interno di una di quelle chiese con annessi ambienti di vario tipo, tra cui cucina e refettorio e altri di servizio, tutti affacciati su un corridoio che circondava un piccolo chiostro fiorito.
Il chiostro era molto bello, e mi ha ricordato vagamente quello di San Domenico a Cagliari. Sono tutti simili i chiostri direte voi…è vero, soprattutto quelli coperti con volte a crociera, ma era più che altro una questione di feeling… Giunte alla porta laterale della chiesta siamo entrate in un ambiente enorme e completamente vuoto fatto salvo gli arredi…pochi. Ah che meraviglia, una chiesta gotica tutta per noi, in silenzio, senza teste in mezzo alle foto, senza aver paura di commentare tutto! Una vera meraviglia che è di certo valsa la piccola deviazione.
Ripreso il cammino alla volta del parco di Carlo, abbiamo finalmente trovato la larga strada che proseguiva verso il fiume e al cui incrocio sta la famosa Casa Danzante. E che, vai a Praga e non fai neppure una foto a sto palazzo dem…particolare? Per forza dovevamo fermarci anche noi a fare qualche scatto. Peccato che tutt’attorno tra i palazzi che si affacciavano sul fiume…lui, quello danzante, era proprio il palazzo meno interessante del circondario. Si certo una maestria dimostrata nella lavorazione dei materiali e nell’incontro di linee sinuose…ma l’art déco ragazzi, l’art déco è davvero impossibile da battere. Chiudi gli occhi per un istante e quando li riapri c’è un dettaglio che poco prima ti era sfuggito. Però noi l’abbiamo fatta sta benedetta foto e ora ve la beccate!
Finalmente, adempiuto al nostro dovere di brave turiste (in quell’isola di traffico c’era una quantità decisamente ridicola di persone che si facevano le foto con sfondo bottiglia accartocciata) abbiamo mosso i nostri passi verso la fermata del tram...destinazione fermata del tram da cui eravamo partite…quella più vicina al parco di Vyšehrad, o almeno così pensavamo. Beh vicine eravamo vicine…in linea d’aria, ma un muraglione separava i nostri corpicini infinitamente piccoli, da ciò che volevamo visitare.
Abbiamo rischiato di perderci, infilandoci in un giardinetto e seguendo le viuzze all’interno, alla disperata ricerca di un fantomatico ingresso secondario al parco… sembrava esserci, doveva esserci! Poco importava se quella stradina sembrava un vicolo cieco e quel buco là in fondo sembrava un covo per drogati.
Pur tuttavia spinte dal coraggio, e dal fatto che da vicino le gallerie erano molto più luminose di quanto sembrasse, e soprattutto molto più corte, ci siamo addentrate. Certamente ad aiutarci ulteriormente è stata la presenza estemporanea di altri avventori del parco incontrati pochissimi metri più a vanti, tra cui bambini in gita e mamme con passeggino. Bene…siamo salve, è un luogo per bambini.
A questo punto la macchina fotografica era stata lasciata in consegna alla piccola gnagna, che come vedete ama la foto un po’ sfumè…è arte voi non capite! In ogni caso la priorità massima era la ricerca del bagno, così abbiamo seguito le indicazioni. Poco sapevamo che in svariati ettari di parchi e parchetti, pieno di edifici e ristoranti ci fosse SOLO UN BAGNO, e che il suddetto fosse proprio all’ingresso. Dov’eravamo noi? sul retro…ovviamente. Quindi ce lo siamo attraversato tutto quasi di corsa per trovare i cessi…che non erano a pagamento ma c’era la tipa che raccoglieva le offerte. Insomma… era a pagamento, come molti bagni qui…
Almeno avevamo trovato la basilica, e così subito dopo il wc abbiamo potuto visitarla. Una bellezza! Una piccola chiesa in realtà, ma insignita in passato del titolo papale di basilica minor.
La decorazione interna urlava horror vacui da ogni angolo, eppure lo faceva con elegante sobrietà. Era ricoperta di affreschi dalla base delle colonne e pilastri a fascio alle vele delle volte a crociera, eppure non si aveva una sensazione di pesantezza, era tutto misurato, tutto elegante, e delicato. Gli angeli tutti dalle fattezze femminili sembravano opere di Mucha, o almeno così lui le avrebbe vestite, e nel trionfo dell’art nouveau siamo rimaste con i nasi all’insù per svariati minuti!
Subito accanto alla chiesa un piccolo cimitero ricco di opere davvero notevoli, che valeva decisamente la pena di vedere. Molto bello il porticato che correva per due dei suoi lati, proteggendo alcune sepolture con opere maggiori. Il numero di foto fatte oggi è imbarazzante, e la selezione è stata ardua >w<
Finalmente si era fatta ora di pranzo e dopo un piccolo panino ci siamo rilassate un po’ tra statue di grosse dimensioni e un numero impressionante di mamme con passeggino.
Oh ma qui vanno sempre in coppia…
che ci sia un club delle donne incinte? Possibile che ste donne facciano figli in compagnia di amiche e parenti? Tutte giovani e tutte sempre con un’altra mamma al seguito. Mah…
Comunque tra tutte, questa statua con una giovane ragazza mi ha colpito particolarmente, la struttura dell’anca e la plasticità della posa mi hanno portato a farle una foto da vicino,e continuo a trovare che sia tra tutte una delle migliori di oggi 🙂
Poco dopo ci siamo allontanate alla ricerca di un prato dove stenderci un po’, non notando che in pratica ci siamo dovute fare un giro enorme e siamo finite da tutt’altra parte….parte tra l’altro che non aveva una cacchio di uscita!
RISULTATO?
Si ci siamo perse…cioè, vedevamo la strada in basso ma il dedalo di stradine e viuzze subito fuori le mura del parco ci ha letteralmente fatte impazzire, tra salire e discese, scale e spazi angusti, cominciavamo a perdere le speranze, valutando l’idea di lasciarci ruzzolare giù dal pendio con la speranza che un albero ci avrebbe fermate prima di incontrare l’asfalto e i binari del tram.
Avevamo una missione però! Oggi, a tutti i costi dovevamo riuscire a vedere anche La Galleria Nazionale in cui è custodita la Slav Epic, epopea Boema in 20 grandiose tele di Mucha, e il Lapidarium, dove sono conservati i resti di molte decorazioni e costruzioni della città, nonché le meravigliose statue originali (ciò che ne resta) del Ponte Carlo, sul quale ora tutti impazziscono per le copie…probabilmente neppure sapendolo. Che poi, vabbè…copia o no, non è certo questo l’importante.
Diciamo che oggi è stata la giornata dei giganti, un parco gigante con statue decisamente oltre la dimensione reale, e ora le foto mostreranno…due esposizioni tra le più grandi (in fatto di dimensione e di emozioni provate) che abbia mai visto dentro uno spazio espositivo chiuso. Battute solo dai Budda che vidi quando visitai Seoul e il suo museo nazionale…quelle si che erano mastodontiche! No il Louvre non conta, perchè la sensazione è diversa…lì il palazzo fa molto e le opere hanno dimensioni svariate 🙂
Un’esposizione fatta con le palle, meravigliosa, illuminazione adatta a godere appieno delle enormi tele realizzate dalla squisita mano di Mucha, che ha lavorato su esse fino a pochi giorni prima di morire. La storia della Rep. Ceca raccontata in modo delicato e forte allo stesso tempo, con soggetti che sembrano quasi fluttuare su sfondo ricchissimi di particolari. Come in ogni sua opera i modelli avevano esattamente la posa che lui aveva pensato, e i personaggi sono fortemente caratterizzati al punto di rapire il visitatore, con quegli occhi che sembrano quasi trapassarti e portarti ad entrare nel quadro . Solo alcuni soggetti ben precisi guardavano in camera, ed era impressionate notarli tra la folla.
La sala espositiva era davvero enorme, e spoglia, solo le opere parlavano, e l’unico altro suono era quello dell’acqua dei numerosi deumidificatori e quello dell’otturatore della mia macchina fotografica. Ci avrei passato forse delle ore, ma purtroppo cominciavamo ad assomigliare più a zombie che a turiste… zombie estremamente ammirate s’intenda! Questa esposizione è valsa di certo l’intero prezzo del biglietto che mi pare fosse di 180ck per me…
L’ultima tappa è stato il Lapidarium… gestito da delle simpatiche vecchine che ci hanno fornito anche il foglio con le spiegazioni in italiano prima di lasciarci visitare in pace e solitudine le poche ma decisamente ampie e ricche sale. Certo una ci seguiva per accertarsi che non facessimo danni…ma in modo discreto e mai fastidioso… devono aver avuto a che fare con turisti cani…non mi sorprenderebbe…
Commento veloce? Uno spettacolo, ogni pezzo di pietra, e di storia là dentro vale il tempo trascorso a guardarlo e anche di più. La sensazione avuta davanti ai quadri di Mucha è però stata sostituita da una leggera angoscia mista ad ammirazione, perché davvero…quando le statue sono così imponenti eppure così naturali nelle pose, e non troppo distanti dalla dimensione reale, la sensazione che si ha è che possano muoversi da un momento all’altro… e una sala piena di personaggi vi fa sentire piccoli ed insignificanti, facendo scorrere quel leggero brivido giù per la schiena. Non posso certo metterle tutte qui…ma ne ho fatte 67 all’interno e saranno state si e no 5 sale XD
Tornate a casa ci siamo sfondate di patatine al ketchup e al formaggio, due pan au chocolat, e uno sfilatino al formaggio (dovevamo rifocillarci ok?)…e poi verso le 22 una pasta al “merluzzo”(?) e porri delicatissima, che però abbiamo dovuto far entrare a forza…perché avevamo già scongelato il pesce e le porcherie prima non erano state messe in conto.
Bene…avevo detto che mi sarei spicciata oggi col diario di bordo , e invece ci ho messo un sacco anche oggi.
Scusate ma abbiamo visto delle cose belle e volevo condividerle con voi…un po’ portarvi in viaggio e farvi vivere un’esperienza virtuale con le mie foto.
Spero questo diario di bordo, insieme agli altri, sia interessante per qualcuno, o almeno vi faccia sorridere 🙂
un abbraccio
Maria :3
p.s se ci sono strafalcioni è perché son stanca morta e come al solito la sorella monella ci ha abbandonati da un bè ….ronfa alla grande mentre io sto qui a ghiacciarmi il culo sulla sedia.
p.p.s. le foto sono mie, il fatto che non siano firmate non significa che potete usarle a piacimento…